Federico Di Santo

Federico Di Santo (L’Aquila, 1984) ha compiuto gli studi musicali come violinista presso il conservatorio “A. Casella” di L’Aquila con il maestro Orazio Vicari, diplomandosi nel 2005, e ha conseguito la maturità presso il liceo classico “D. Cotugno” di L’Aquila. In seguito ha portato avanti in parallelo sia lo studio della composizione, con Sergio Prodigo e poi con Mauro Cardi, sia quello della letteratura (classica e italiana) presso l’Università di Pisa e la Scuola Normale Superiore, con studiosi di fama internazionale come Guido Paduano, Sergio Zatti e Gian Biagio Conte. Negli anni successivi ha conseguito la laurea in lettere classiche (2008), il diploma della Scuola Normale Superiore (2010) e un dottorato di ricerca in letterature comparate (2012). In seguito al conseguimento di una borsa di ricerca Marie Skłodowska-Curie, ha lavorato come ricercatore in letteratura italiana presso la Freie Universität di Berlino dal 2016 al 2019. Ha pubblicato due monografie (Genealogia della mimesis, ETS, 2016 e Il poema rinascimentale e l’Iliade, SEF, 2018; altre due sono di prossima pubblicazione) e numerosi articoli su importanti riviste internazionali, su temi non solo di letteratura ma anche di musicologia (Così fan tutte, i madrigali di Giaches de Wert e la monodia trobadorica). I suoi principali argomenti di ricerca sono la poesia epica, l’opera di Torquato Tasso, la metrica e la stilistica e il rapporto fra musica e letteratura. Attualmente il suo interesse principale è però la composizione musicale, che studia con il maestro Mauro Cardi. Pur essendo appena agli inizi della carriera di compositore, con solo cinque composizioni originali all’attivo, il pezzo per orchestra che presenterà come tesi di laurea triennale (marzo 2021), intitolato Metamorfosi stilistiche, ha recentemente vinto il 2° premio ex aequo (Mullord award) al decimo concorso internazionale di composizione Please yourself competition (2020) promosso dalla Álvarez Chamber Orchestra di Londra. Il commento di un membro della giuria considera il brano “un tentativo molto ingegnoso di mettere insieme diversi stili” ed esprime particolare apprezzamento per il movimento dodecafonico e per il minuetto. Le precedenti composizioni di Federico Di Santo sono una Bagatella per quintetto di fiati, un lied su testo di Goethe, La fontana malata (per coro) e Capriccio su un tema di Skrjabin (per orchestra).